Le vicende che i media riportano questi giorni sulla
vicende della banca Etruria, ci portano ad una riflessione.
Abbiamo parlato in un nostro post l’altra settimana di quegli sono i vari tipi
di investimenti che si trovano di fronte i piccoli risparmiatori. Tra quelli i
che abbiamo elencati ci sono anche le obbligazione, all’interno di questa
categoria troviamo quelle subordinate,
che sono state acquistate da molti cittadini toscani. Cosa hanno d particolare questi titoli ? Come tutte le obbligazioni, sono dei titoli
rappresentativi di un debito, che consentono a chi le acquista di diventare
creditore dell'istituto emittente, incassando periodicamente gli interessi, Rispetto ai bond ordinari, però,
quelli subordinati espongono i risparmiatori a un grado di rischio molto più
elevato, simile a quello assunto di chi acquista un'azione. In caso di
fallimento della banca emittente, infatti, i titolari delle obbligazioni subordinate
sono considerati dei creditori di serie
b, i cui diritti patrimoniali possono essere soddisfatti soltanto dopo aver
risarcito altri soggetti come i dipendenti della banca, i correntisti o i
sottoscrittori dei bond ordinari.
Il governo è intervenuto emanando
un decreto salva-banche approvato dal
governo ha infatti cambiato l’aspetto ai 4 istituti che erano sull’orlo del
fallimento , attraverso un'operazione complessa. Praticamente c'è stata la creazione di 4 nuove banche ponte che hanno
ereditato dalle vecchie soltanto le attività “in salute”. Nello stesso momento ,
si è decisa la costituzione di una bad
bank comune, cioè un'unica società in cui sono confluiti invece i
crediti deteriorati di tutti e 4 i vecchi istituti, che verranno poi messi in
liquidazione. Si tratta di un fallimento pilotato che, come tutti i fallimenti
bancari, ha appunto lasciato sul campo due categorie di vittime: circa 130mila azionisti e 20mila
possessori di obbligazioni subordinate, trasformatesi
all'improvviso in carta straccia
Si sta valutando a livello governativo la creazione di un fondo di solidarietà ,
finanziato in minima parte da soldi pubblici e per una quota maggioritaria dal
resto del sistema bancario. Le risorse disponibili con questo meccanismo
sarebbero però nell'ordine di soli 100-120 milioni di euro, che basterebbero soltanto a coprire una piccola fetta delle
perdite.
Molti risparmiatori stanno
pensando di far causa in
tribunale contro i responsabili del crack questa svelta comporta tempi lunghi
per i processi ma è quella che è stata seguita da chi è incappato negli
scandali finanziari degli anni scorsi. Dal
fallimento di Cirio a quello di Parmalat fino al tracollo della Repubblica
Argentina e dei suoi bond. Ci sarà un indagine anche parlamentare per
accertare le responsabilità, non è facile addentrarsi e valutare una situazione
così complicata . Noi ci auguriamo che questi prodotti rischiosi non siamo più
venduti agli sportelli bancari, i contratti da firmare siano chiari con poche
pagine e che le persone siano sempre più attente nel valutare le proposte.
A.R.